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1982 la Frana di Ancona

 

Nel lontano 1982, il 13 dicembre alle ore 20:45 circa ad Ancona, una grande e profonda frana, denominata Barducci, iniziò il suo movimento. Coinvolse diversi quartieri della città: Posatora, Borghetto e parzialmente Torrette. Il movimento franoso danneggiò oltre 280 edifici. Interessò ben due ospedali e la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’allora Università di Ancona.

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Al tempo lavoravo presso il Laboratorio di Microscopia Elettronica, emanazione dell’Istituto di Morfologia Umana Normale, allora diretto dal Prof. Francesco Osculati. Il giorno successivo, martedì 14, con difficoltà, e percorrendo gli ultimi chilometri a piedi, a causa della normale viabilità stravolta, raggiunsi la Facoltà di Medicina. Quello che vidi fu impressionante! I pilastri della struttura in cemento armato erano spezzati e piegati come qualche gigante avesse prima spinto l’edificio per poi fermarlo bruscamente, così che il primo piano avesse continuato a spostarsi.

frana3Entrare in quei locali, che sino ad alcuni giorni prima erano stati luoghi di lavoro, pieni del vociare degli studenti e della frenetica attività di ricerca, fu veramente impressionante.
A distanza di anni è ancora vivo il ricordo dell'impressione che si riceveva nel camminare nei corridoi inclinati cercando di vincere la gravità che spingeva contro le pareti. Porte dei laboratori che non si aprivano più. Vetri, intonaco, calcinacci ovunque. Alcuni giorni dopo, con l’assistenza dei Vigili del Fuoco, aprimmo un varco sul muro esterno del laboratorio, smontai il microscopio elettronico a trasmissione (Philips EM301), e scansione (Philips SEM505). Strumenti che allora erano costati svariate centinaia di milioni di lire . Gli strumenti furono poi rimessi in opera, con successo, in locali provvisori in Torrette, dove si riorganizzò e riattivò il Laboratorio di Microscopia Elettronica.
Come memoria degli eventi che allora di sconvolsero la vita di molti, a ricordo di tutti coloro che operarono con passione e dedizione, ho deciso di rendere pubblica la raccolta di scatti, in bianco e nero, che allora presi all’interno della Facoltà. Le fotografie non sono tecnicamente buone, ma quando vennero prese, sicuramente le emozioni erano tali da non far pensare che sarebbero diventate memoria storica.

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